Negoziati svolti a porte chiuse, rischio di politiche antidemocratiche, deregolamentazione degli standard di salvaguardia, privilegio del profitto delle imprese a scapito dei diritti delle persone: sono alcuni dei rischi denunciati da oltre trecento organizzazioni della società civile europea che contestano contenuti e modalità del TTIP, il Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti fra Unione europea e Stati Uniti.Le 375 associazioni hanno scritto una lettera al Parlamento europeo chiedendo “una risoluzione sul TTIP che anteponga le persone, l’ambiente e la democrazia al profitto a breve e agli sproporzionati diritti delle imprese”.

Il Parlamento europeo sta infatti lavorando a una risoluzione sul TTIP che dovrà essere discussa a maggio. Oggi intanto si svolge il #TTIPtuesday day, la “ giornata di pressione via twitter – spiegano i promotori – che chiede al Parlamento europeo di tenere in seria considerazione le questioni sociali, ambientali ed economiche del TTIP nella risoluzione in via di redazione nelle stanze di Bruxelles”. Tutto in vista della grande mobilitazione europea del 18 aprile, quando da entrambe le sponde dell’Atlantico i movimenti sociali chiederanno a gran voce di bloccare i negoziati TTIP. L’iniziativa verrà ripresa ogni martedì con un tweet storm che chiederà ai parlamentari europei di prendere una posizione sul trattato in cui venga rifiutato un accordo che comprima diritti e libertà.

La lettera inviata al Parlamento europeo è firmata da una serie di associazioni che rappresentano istanze di interesse pubblico – la tutela dell’ambiente, la salute, i diritti civili, i diritti dei consumatori, gli standard alimentari e agricoli, i diritti dei lavoratori e dei migranti, i diritti digitali, i servizi pubblici di base – che scrivono: “Accogliamo con favore il fatto che il Parlamento Europeo si stia formando una propria opinione sul TTIP ed il ruolo che il Parlamento ha già svolto nell’organizzare pubblici dibattiti democratici sul tema. Facciamo appello a tutti i Membri del Parlamento Europeo affinché concordino una forte risoluzione che affermi chiaramente che il Parlamento Europeo respingerà qualunque futuro accordo commerciale o sugli investimenti che non sia al servizio dell’interesse pubblico e che minacci importanti diritti conquistati in un lungo processo di lotta democratica in UE, USA e nel resto del mondo”.

Quali le richieste? Prima di tutto la trasparenza: “tutti i documenti relativi ai negoziati TTIP, incluse le bozze dei testi consolidati, devono essere resi pubblici per permettere un dibattito pubblico aperto e un esame critico sul TTIP”, scrivono le associazioni, che chiedono inoltre “un processo democratico che permetta un’analisi puntuale ed una valutazione dei testi negoziali e che assicuri che le politiche adottate siano nel pubblico interesse; che coinvolga il Parlamento Europeo e venga dibattuto nei parlamenti nazionali; e che includa le organizzazioni della società civile, i sindacati e i gruppi portatori dei diversi interessi (stakeholders)”.

Un altro punto contestato riguarda la risoluzione delle controversie fra investitori e stato, che sarebbe affidato a tribunali terzi. I firmatari della lettera scrivono dunque: “qualunque disposizione che includa meccanismi di risoluzione di controversie investitore-stato (Investor State Dispute Settlement – ISDS) deve essere tenuta fuori per sempre dai negoziati né possono essere inclusi altri meccanismi (introdotti indirettamente attraverso accordi commerciali preesistenti o successivi) che garantiscano privilegi agli investitori esteri”.

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