Sono ormai 250 mila le firme raccolte per chiedere l’inserimento dell’arte della pizza nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità” consegnate al Presidente della Commissione Italiana Unesco, presso la sede Unesco di Roma. Il riconoscimento, si legge nella, petizione lanciata su change.org consentirebbe di proteggere la pizza e l’economia ad essa collegata dall’italian sounding.

A rendere noto il nuovo dato sull’adesione alla petizione è Coldiretti, che ha aderito alla campagna lanciata su Change.org insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio. Gli organizzatori hanno annunciato il proseguimento della campagna per raggiungere le trecentomila firme nei prossimi giorni. Come si legge nella petizione, “l’arte della pizza, che ben ci rappresenta nel mondo, è una conoscenza tradizionale e un bene immateriale che merita il riconoscimento da parte dell’Unesco. La pizza napoletana è l’unico tipo di pizza italiana riconosciuta in ambito nazionale ed europeo.

Dal 4 febbraio 2010, infatti, è ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita della Comunità Europea. È giusto che l’Italia proponga alla sede centrale Unesco di Parigi l’inserimento dell’Arte della Pizza nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità“. Il riconoscimento da parte dell’Unesco – dice la petizione – proteggerebbe la pizza e l’economia ad essa legata, dal fenomeno dell’italian sounding. Riconoscere la pizza è un’occasione per salvaguardare il made in Italy”.

Nella petizione si chiede che proprio nei primi mesi di quest’anno, alla vigilia dell’apertura di Expo a Milano, la Commissione italiana per l’Unesco proponga l’inserimento dell’Arte della Pizza nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.

La raccolta firme ha ottenuto l’adesione di esponenti politici, del mondo dell’arte, della cultura e dello sport.

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