Ritardi e contraddizioni nel recepimento della Direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica: lo scrive Miguel Arias Canete, commissario Ue all’energia, in una lettera in cui richiama l’Italia a recuperare i ritardi rispetto alle regole europee in tema di efficienza. Ben 35 i punti problematici riscontrati dagli uffici della Commissione Ue rispetto ai quali il Governo dovrà rispondere in 60 giorni. “Eppure cittadini e imprese italiane avrebbero vantaggi enormi se si puntasse decisamente in questa direzione” commentano Legambiente, Kyoto Club e Coordinamento Free.
“Tutti gli studi e  i rapporti dimostrano senza possibilità di smentita che i Cittadini e le Imprese italiane avrebbero vantaggi enormi se si puntasse decisamente in questa direzione, perché si ridurrebbero la spesa energetica e le importazioni, migliorerebbero le prestazioni ambientali e si creerebbe lavoro attraverso l’innovazione. Ci auguriamo che questo ennesimo avvertimento da parte di Bruxelles sia decisivo per far finalmente capire al Governo Renzi quanto sia nell’interesse dell’Italia scegliere la strada dell’efficienza energetica”.

E’ questo il commento di Legambiente, Kyoto Club e Coordinamento Free, alla lettera a firma Miguel Arias Canete, commissario europeo all’energia, in merito ai ritardi e alle contraddizioni relative al recepimento della Direttiva europea 2012/27 avvenuto in Italia lo scorso luglio (decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102). Le critiche rispetto al mancato o non corretto recepimento vanno dagli audit per capire lo stato di salute energetico delle abitazioni ai sistemi di trasmissione dell’energia, fino alla tutela della corretta informazione dei cittadini sui consumi e i risparmi alla distribuzione di energia. Nel mirino anche le misure volte ad eliminare gli ostacoli di ordine regolamentare e non regolamentare all’efficienza energetica e le misure per agevolare, attraverso strumenti finanziari, gli interventi di efficienza energetica: sono ben 35 i punti problematici riscontrati dagli uffici della Commissione rispetto ai quali il Governo dovrà rispondere in 60 giorni.

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