Internet ha cambiato il mondo perché ha stravolto le regole del gioco: fino a qualche anno fa non esisteva una vera economia digitale, ma era tutto basato su scambi tradizionali. La nostra idea di Internet era ancora romantica: decidevamo noi quali programmi usare sul nostro pc e cosa farne. Oggi non è più così: il ruolo degli intermediari è cresciuto sempre di più e sono loro che decidono le nostre azioni. E’ questo il contesto con cui bisogna fare i conti se vogliamo parlare di diritti del consumatore digitale. Di questo si è parlato ieri in un convegno organizzato a Roma, presso la sede dell’Antitrust dal titolo “Diritti e benessere del consumatore nell’ecosistema digitale”.

Tanti i temi che sono stati affrontati da esperti del settore che hanno ribadito il fatto che quella che stiamo vivendo è una vera rivoluzione, al pari di quella industriale che ha cambiato la vita di tutti noi. E mentre cerchiamo di destreggiarci in questo grande cambiamento ci rendiamo conto che di fronte a noi si pongono sfide nuove e difficili. Una di queste è la tutela del consumatore che è tanto più complessa quanto più diventa articolata poiché coinvolge diversi settori: la sicurezza dei pagamenti elettronici, la privacy dei suoi dati personali, la protezione da pratiche scorrette e pubblicità ingannevoli. 

Di fronte a questa complessità la soluzione evidentemente non può essere soltanto quella legislativa. E allora bisogna porsi altre domande per capire quali soni i meccanismi nuovi che governano le nostre azioni in rete. E’ bene, infatti, che il consumatore sappia che alla base delle sue ricerche su Internet ci sono algoritmi che, per forza di cose, vengono creati da qualcuno. E questo qualcuno dovrebbe garantire un’etica di questi algoritmi, altrimenti vuol dire che c’è già un problema in origine: saremmo vittime di una grande manipolazione cui sarebbe molto difficile sottrarsi. Una sorta di grande esperimento sociale in mano a pochi soggetti che possono decidere in che direzione farci andare.

Pensiamo a Facebook: è lui che decide quali commenti o post far comparire sulla nostra bacheca per costruire una discussione invece che un’altra. Non è già questa una sorta di manipolazione? Mentre i legislatori cercano di trovare la quadra del cerchio, con regole che possano andare bene per questo nuovo mondo, tocca anche al consumatore stesso diventare parte attiva della sua vita digitale.

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