L’Italia rischia nuove multe per il superamento delle quote latte: nell’ultimo anno di attuazione del regime, che terminerà il 31 marzo 2015, il nostro paese ha superato il proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea, dopo 4 anni in cui  nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani.

L’annuncio arriva direttamente dal Ministro delle Politiche Agricole e riguarda la partenza di 1455 cartelle per un importo di circa 422 milioni di euro.

Un atto dovuto nel rispetto della stragrande maggioranza dei 38mila allevatori italiani che con sacrifici si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme negli anni acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro. Il rischio di superare le quote assegnate nella campagna 2014/2015 è dimostrato – evidenzia Coldiretti – dal trend di aumento del 3,74% rispetto allo scorso anno registrato dall’Agea a settembre.

Occorre intervenire a livello comunitario e nazionale per preparare con strumenti adeguati un atterraggio morbido all’ uscita del sistema delle quote, sostengono le Associaizoni di Categoria, nel sottolineare l’importanza del “Fondo latte di qualità” previsto dalla legge di stabilità.

La questione quote latte è iniziata 30 anni fa nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori.

All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte.

Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte che ha consentito alla stragrande maggioranza degli allevatori di mettersi in regola.

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