Il falso made in Italy nell’agroalimentare vale circa 60 miliardi di euro, pari a quasi la metà del fatturato totale del prodotto dall’industria alimentare italiana che si stima si aggiri sui 132 miliardi di euro. L’Italian sounding negli ultimi anni è aumentato del 180%: praticamente solo un prodotto alimentare su otto di quelli venduti come made in Italy è davvero italiano. Sono i numeri principali del rapporto sulle frodi agroalimentari di Fare Ambiente.

“Le contraffazioni e le illegalità nel mercato estero sono praticamente il doppio rispetto ai 34,3 miliardi di export. L’Italian Sounding è negli ultimi anni cresciuto, di pari passi con le esportazioni triplicando però il valore, del +180%. E’ inquietante verificare come solo un prodotto alimentare su 8 di quelli venduti come Made in italy è realmente italiano”, si legge nell’annuale rapporto di Fare Ambiente. Secondo i dati del Ministero delle Politiche agricole, su 49mila controlli effettuati in campo agroalimentare si registra un aumento del 14% degli illeciti nel 1° semestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si contano sequestri per un valore di circa 57 milioni di euro, oltre 4 mila sanzioni amministrative elevate e più di 700 persone denunciate, grazie alle attività di controllo condotte dall’Ispettorato repressione frodi (Icqrf), dai Nuclei anticontraffazioni carabinieri Comando carabinieri politiche agricole e alimentari (Nac), dal Corpo forestale dello stato e dalle Capitanerie di porto. Oltre ai classici prodotti come quelli lattiero caseari e il vino, un forte aumento nel 2014 è stato evidenziato nella ristorazione, nelle farine (ma anche nel grano) e persino nei legumi.

I dati del Ministero della Salute dicono invece che su 20 mila controlli effettuati nei primi 4 mesi del 2015 vi sono stati sequestri per 178milioni di euro, dai controlli sulle mozzarelle di bufala di cui non si conosce l’origine alle forme di parmigiano senza requisiti fino ai prodotti italiansounding come il “parmesan”. Il fenomeno non conosce soste, tanto che nel solo primo quadrimestre del 2015 i Nas hanno effettuato quasi 20mila ispezioni rilevando circa 5 mila “non conformità”. I controlli dei Nas hanno portato a 29 arresti e a sequestri per un valore che si aggira intorno ai 178 milioni di euro, mentre in totale dal 2012 a oggi sono stati sequestrati cibi, farmaci e sostanze pericolose per un valore di oltre 2,5 miliardi di euro.

Si legge ancora nel documento: “Solo in Europa la contraffazione del made in Italy nel food vale 26 miliardi di euro. I paesi, maggiori produttori oltre che consumatori sono gli Stati Uniti, Australia, Cina, Canada, Germania. Da notare come però molto mercati definiti minoritari sono in ascesa nella scalata dell’italian sounding. I prodotti maggiormente oggetto di italian sounding sono: formaggio, vino, pasta, passata di pomodoro”.

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