Passo dopo passo si sta giungendo a quello che sarà un accordo storico sulla privacy dei Cittadini europei, ovvero la riforma sulla protezione dei dati, proposta dalla Commissione Europea 3 anni fa (si attende approvazione definitiva per fine anno). Oggi si aggiunge un nuovo tassello: il Consiglio UE dei Ministri della Giustizia, riunito ieri e oggi in Lussemburgo, ha deciso che la nuova direttiva sulla protezione dei dati si applicherà anche in ambito giudiziario e penale.
Questo dovrebbe aumentare l’efficacia della lotta alla criminalità transnazionale e al terrorismo. In base all’accordo del Consiglio Giustizia, la nuova direttiva si applicherà sia al trattamento transfrontaliero dei dati personali che al trattamento da parte delle autorità giudiziarie e di polizia a livello nazionale. Una novità importante rispetto alla direttiva del 1995, applicabile solo al trasferimento transfrontaliero dei dati personali. L’obiettivo è favorire la cooperazione nell’Ue tra forze dell’ordine e autorità giudiziarie, come previsto dall’Agenda Ue per la sicurezza, promuovendo rapporti di fiducia reciproca tra le istituzioni nazionali coinvolte.
La nuova direttiva, inoltre, prevede che il trattamento dei dati personali avvenga nel rispetto di 3 principi fondamentali, necessità, proporzionalità e legalità, con tutele adeguate per i Cittadini. Gli stati membri dovranno pertanto supervisionare il trattamento dei dati personali incaricando autorità indipendenti e prevedendo ricorsi giurisdizionali in caso di errori.