10 miliardi di euro l’anno: tale è l’ammontare della spesa che le Famiglie italiane devono sostenere di tasca propria per poter usufruire di servizi di assistenza; 500 euro pro-capite che gravano sul bilancio di oltre 3 milioni di Cittadini che necessitano di cure e attenzioni particolari. Il welfare italiano, un tempo vero e proprio ammortizzatore, fondamentale per quelle fasce di popolazione meno abbienti, sta oggi diventando un ulteriore motivo di ansia e preoccupazione e si allontana sempre di più dalle necessità reali dei Cittadini.

La ricerca “Bilancio di sostenibilità del welfare italiano”, condotta dal Censis, in collaborazione con Forum Ania- Consumatori e alcune associazioni consumeristiche, ha evidenziato infatti quanto il sistema assistenziale del nostro Paese si stia progressivamente allontanando da valori fondamentali come l’equità e la coesione, dando origine a distanze sociali e territoriali sempre più evidenti. Dai dati raccolti nell’indagine emerge che il 53,6% degli italiani ha la sensazione che la copertura pubblica dello stato sociale si sia ridotta e che questa riduzione sia stata ampiamente compensata dalla spesa privata (52,8%). I tagli alle politiche di welfare degli ultimi anni hanno quindi prodotto una maggiore esposizione finanziaria delle famiglie che ha prodotto, di conseguenza, un aumento delle disuguaglianze sociali: si calcola, ad esempio, che 9 milioni di persone abbiano rinunciato alle cure sanitarie perché non potevano permettersi alcune prestazioni specialistiche.

Il volume complessivo della spesa per i servizi sanitari è di circa 32 miliardi di euro l’anno, (di questi 8/9 miliardi vengono spesi da 1,3 milioni di anziani per le badanti): una voce di bilancio sentita fortemente dal 71,5% delle Famiglie. A gravare particolarmente sul budget sono principalmente il pagamento di ticket per farmaci e visite specialistiche (34,3%) e accertamenti diagnostici interamente a proprio carico (20,3%). Se il servizio di assistenza sociale dello stato non riesce più a soddisfare i bisogni dei Cittadini, questi cercano modi alternativi per ottenere le stesse prestazioni, affidandosi sempre più spesso al “mercato nero” (32,6%).

Il mondo delle Associazioni dei Consumatori e degli Assicuratori ha avanzato alcune proposte per un welfare che sia al tempo stesso più equo ed efficiente: innanzitutto occorre informare in modo chiaro e trasparente il Cittadino sulla situazione pensionistica e sulle prestazioni di cui può o potrà godere e indirizzarlo quindi verso un piano di previdenza che faccia al caso proprio. Dal punto di vista della sanità, è fondamentale cercare di ridurre le lista d’attesa, definire con chiarezza i Lea (Livelli essenziali di assistenza), incentivare lo sviluppo di sistemi mutualistici di copertura sanitaria integrativa, definendo anche un quadro di regole uniforme, affrontare il tema della longevità e dell’aumento della non autosufficienza incentivando la diffusione di forme assicurative ad hoc. “Siamo convinti che gli assicuratori potranno rendere più efficienti questa spesa e le associazioni possano lavorare perché i cittadini diventino sempre più consapevoli ed informati”, ha sottolineato il

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