Il caso del falso olio extravergine sta dilagando: a seguito dell’indagine avviata dalla Procura di Torino a carico di 7 tra le principali aziende italiane dell’olio, si muove anche l’Antitrust che, sulla base delle segnalazioni arrivate da Konsumer Italia, ha avviato 7 istruttorie per presunte pratiche commerciali scorrette, nei confronti dei tre marchi del Gruppo Carapelli (Carapelli Il frantoio, Bertolli Gentile e Sasso Classico), di Carrefour Classico, Cirio 100% italiano, De Cecco Classico, Prima donna Lidl, Pietro Coricelli Selezione e Santa Sabina.

Secondo quanto segnalato, a seguito di test condotti dal laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le caratteristiche organolettiche e chimiche dei campioni di olii sottoposti a verifica sarebbero risultate inferiori ai valori previsti per qualificare l’olio come extra-vergine di oliva. Queste condotte, una volta verificate e accertate, potrebbero integrare pratiche commerciali scorrette: le indicazioni riportate sulle etichette e nelle campagne pubblicitarie, per prodotti che non corrispondono alle caratteristiche qualitative dichiarate, sarebbero suscettibili di indurre in errore i consumatori nelle loro scelte d’acquisto.

Le AA.CC. chiedono di accelerare le indagini, per individuare le responsabilità e sanzionarle adeguatamente e sollecitano il Ministero dell’Agricoltura a disporre un dettagliato piano di controlli con norme e verifiche più stringenti.

I Consumatori chiedono il ritiro dal mercato dei prodotti interessati per una questione di chiarezza!!. “È intollerabile che i Cittadini continuino ad acquistare e pagare come olio extravergine un prodotto che non è tale. La corretta e trasparente informazione ai cittadini è doverosa. Per questo è indispensabile predisporre un attento sistema di controlli che non avvenga solo a posteriori, ma che si metta in moto prima della messa in commercio. Questa truffa, infatti, crea enormi danni non solo ai cittadini che hanno portato in tavola un prodotto di una qualità inferiore a quella promossa (e pagata), ma anche all’immagine dell’eccellenza dei nostro prodotti”.

Il Piano olivicolo nazionale, previsto dall’articolo 4 del DL 51/2015, prevede tra i suoi obiettivi principali:

  • incremento della produzione nazionale di olive e di olio extravergine di oliva, senza accrescere la pressione sulle risorse naturali, in modo particolare sulla risorsa idrica, attraverso la razionalizzazione della coltivazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti e l’introduzione di nuovi sistemi colturali in grado di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica;
  • promozione dell’attività di ricerca per accrescere e migliorare l’efficienza dell’olivicoltura italiana;
  • iniziative di valorizzazione del Made in Italy e delle classi merceologiche di qualità superiore certificate dell’olio extravergine di oliva italiano, anche attraverso l’attivazione di interventi per la promozione del prodotto sul mercato interno e su quelli internazionali;
  • recupero varietale delle coltivazioni nazionali di olive da mensa in nuovi impianti olivicoli integralmente meccanizzabili;
  • incentivare e sostenere l’aggregazione e l’organizzazione economica degli operatori della filiera olivicola, in conformità alla disciplina delle trattative contrattuali nel settore dell’olio di oliva prevista dal regolamento (UE) n. 1308 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013.

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