Via libera dal Consiglio Giustizia dei Ministri UE alla proposta di regolamento sulla protezione dei dati presentata dalla Commissione Europea: norme moderne e armonizzate contribuiranno ad adeguare l’Europa all’era digitale e permetteranno di progredire, finalmente, verso un mercato unico digitale. I negoziati con il Parlamento europeo e il Consiglio inizieranno a giugno, con l’obiettivo condiviso di arrivare a un accordo definitivo entro il 2015.

La riforma della protezione dei dati avviata dalla Commissione nel 2012 intende conferire ai Cittadini maggiore controllo sui propri dati personali. Allo stesso tempo, grazie alle norme attualizzate le imprese potranno sfruttare al meglio le possibilità offerte dal mercato unico digitale, sgravandosi di oneri burocratici e godendo della maggiore fiducia dei consumatori. Il maggior rigore e la migliorata coerenza nella disciplina della protezione dei dati aumenteranno la certezza giuridica e pratica per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. A marzo 2014 la riforma della protezione dei dati proposta dalla Commissione ha ottenuto il sostegno del Parlamento europeo; il Consiglio europeo ha esortato a adottare tale riforma entro il 2015.

Nell’orientamento generale sul regolamento sulla protezione dei dati, adottato oggi dal Consiglio Giustizia dei Ministri UE, rientra l’accordo sui punti seguenti:

  • un unico continente, un’unica normativa – Il regolamento varerà un corpus unico di norme sulla protezione dei dati, valido in tutta l’UE. Dovendo conformarsi a una sola normativa anziché a 28, le imprese risparmieranno circa 2,3 miliardi di euro l’anno. Inoltre, le nuove norme andranno in particolare a beneficio delle piccole e medie imprese, per le quali ridurranno gli oneri burocratici. Saranno aboliti gli oneri amministrativi inutili, come le prescrizioni in materia di comunicazione a carico delle imprese, (misura che permetterà, da sola, un risparmio di 130 milioni di euro l’anno);
  • diritti più numerosi e rafforzati – Sarà potenziato il diritto all’oblio. Quando il cittadino non vuole più che i dati che lo riguardano siano trattati e non sussistono motivi legittimi per conservarli, il responsabile del trattamento deve cancellarli, oppure dimostrare che sono ancora necessari o pertinenti. Il cittadino sarà anche informato meglio in caso di intrusione nei dati che lo riguardano. Il diritto alla portabilità dei dati agevolerà il trasferimento dei dati personali da un prestatore di servizi all’altro;
  • sul suolo europeo, norme europee – Le stesse norme si applicheranno a tutti, anche alle imprese extraeuropee che offrono servizi nell’UE;
  • più poteri alle autorità nazionali indipendenti di protezione dei dati – Queste autorità saranno potenziate per permettere loro di assicurare l’effettiva attuazione delle regole e potranno comminare alle imprese che violano le norme dell’Unione in materia di protezione dei dati sanzioni pecuniarie consistenti nel pagamento di somme fino a 1 milione di euro o pari persino al 2% del fatturato mondiale annuo;
  • sportello unico – Le norme istituiranno uno “sportello unico” per imprese e cittadini: il fatto di dover interagire con un’unica autorità di controllo (anziché 28) faciliterà e renderà meno costoso per le imprese operare in tutta l’UE; i cittadini dovranno interagire solo con l’autorità nazionale di protezione dei dati del proprio paese, nella propria lingua, anche se i dati personali che li riguardano sono trattati altrove.

“La data odierna segna un grande progresso nell’adeguamento dell’Europa all’era digitale – ha commentato Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere – I cittadini e le imprese meritano norme sulla protezione dei dati moderne che stiano al passo dell’evoluzione tecnologica. Il livello elevato degli standard di protezione rafforzerà la fiducia dei consumatori nei servizi digitali, mentre le imprese trarranno beneficio da un corpus unico di norme valido in 28 paesi. Sono convinta che riusciremo a raggiungere entro l’anno un accordo definitivo con il Parlamento europeo e Consiglio.”

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